Cenni sul progetto di montaggio dei ponti sospesi


Nei ponti il progetto di montaggio riveste un’importanza spesso analoga a quello di esercizio. Poiché le condizioni di vincolo e di carico si modificano durante le fasi di montaggio, il ponte passa per schemi strutturali differenti da quello finale di esercizio.
Le maggiori difficoltà nel progetto di montaggio dei ponti, rispetto a quello di altre strutture, sono direttamente correlate alla loro funzione, ovvero scavalcare ostacoli. Molto spesso vi sono scarse possibilità di accesso dei mezzi e di inserimento di strutture provvisorie a piè d’opera.
È necessario verificare resistenza e stabilità all’equilibrio in ogni fase e far sì che il ponte a montaggio concluso si ritrovi nella condizione prevista in esercizio, ovvero la condizione finale non deve risentire delle fasi di montaggio.

Per limitare i costi di montaggio si opta per la prefabbricazione degli elementi in officina, in conci trasportabili, riducendo le operazioni in cantiere rispetto a quelle in carpenteria. Si tende inoltre a favorire l’assemblaggio a piè d’opera degli elementi in macro elementi così da contenere le operazioni in quota.
Nei ponti e passerelle a tipologia sospesa il montaggio canonico procede nel seguente modo:

  • Realizzazione delle fondazioni delle stilate, delle spalle della travata e ancoraggio delle funi portanti;
  • Montaggio dei piloni, provvisti di selle in sommità, che se incernierati alla base devono essere bloccati con funi provvisorie;
  • Montaggio delle funi portanti;
  • Montaggio dei conci dell’impalcato che via via vengono collegati alle funi portanti con i pendini partendo contemporaneamente dal centro e dai lati (all’inglese), o dalle stilate (all’americana) in modo da evitare costosi ponteggi o centinature dal basso.


Dalle foto d’Archivio che documentano il montaggio delle due passerelle Goito e Benetti si possono rintracciare le caratteristiche di un progetto di montaggio assolutamente originale.
Si erano infatti pensate soluzioni tecniche all’avanguardia, atte a contenere i costi, che prevedevano la prefabbricazione degli elementi in officina, lo studio del dettaglio per semplificare l’assemblaggio dei conci, il premontaggio a piè d’opera, la riduzione delle operazioni in quota con l’utilizzo di semplici giunti bullonati, e il sollevamento delle stilate con le selle già montate in sommità per le funi principali.
L’Archivio non conserva le foto del montaggio della passerella Roncajette, ma da un’attenta lettura della struttura esistente si può dedurre che il montaggio, come il progetto di esercizio, fu meno elaborato e non conteneva quelle idee innovative che si ritrovano poi nei disegni costruttivi della passerella Benetti.

Nelle passerelle Goito e Benetti l’impalcato è suddiviso in conci di 5m costituiti dalle due travi a graticcio di parete e da tre portali ad U, uno centrale e due laterali, questi ultimi con profili a sezioni a C, che una volta bullonati ai portali dei conci adiacenti formano una sezione ad H.

Nella passerella Benetti le stilate alte 23m sono state prefabbricate ognuna in 4 elementi collegati fra loro con giunti bullonati a piè d’opera, così da concentrare in officina le operazioni di saldatura, che sono decisamente più delicate rispetto alla bullonatura.
Le stilate, assemblate sull’argine del Brenta e incernierate alla base definitiva, furono ruotate per portarle in posizione verticale utilizzando un falcone montato su una chiatta (o pontone) galleggiante sul fiume.

Nella passerella Goito le dimensioni ridotte delle stilate, alte circa 10m, hanno permesso la loro realizzazione in un unico elemento. Le stilate adagiate sul pontone sono state poi ruotate, sollevate e portate in posizione con un falcone.