Passerelle a funi e passerelle sospese


I ponti a funi includono diverse tipologie: ponti tibetani, ponti strallati e ponti sospesi. Di fatto la presenza di funi portanti è condizione necessaria ma non sufficiente a definire la tipologia sospesa.
Nei ponti tibetani e nei Blondin delle teleferiche (dal nome di un famoso acrobata dell’800 che attraversò per primo le cascate del Niagara camminando su una fune tesa tra le due sponde) le funi sono disposte in singole parabole vincolate alle due estremità con cerniere fisse, e sostengono direttamente un impalcato molto flessibile senza intermediazione di tiranti.
Nei ponti strallati un sistema di funi rettilinee (stralli) collega e sospende l’impalcato ai piloni (o stilate), che possono essere due o anche uno solo come spesso avviene nei ponti pedonali. In questo caso il singolo pilone suddivide l’impalcato in due parti tra loro dissimmetriche.
La disposizione degli stralli può essere a ventaglio se si irradiano dalla sommità verso l’impalcato, o ad arpa se collegati ad altezze differenti del pilone, ma qualsiasi sia la disposizione essi sono pretesi per ottenere la geometria corretta dell’impalcato a fine montaggio.
A differenza dei ponti strallati le passerelle sospese sono tensostrutture semplici poiché le funi non sono pretese, la tensione nelle funi è data solo dai carichi applicati.
Nei ponti a tipologia sospesa le funi di sospensione dell’impalcato sono disposte secondo una serie di parabole che sostengono un impalcato rigido tramite una cortina di tiranti (pendini) verticali o leggermente inclinati. La travata irrigidente dell’impalcato non ha solo funzione di portare la sede stradale ma anche quella di irrigidire il sistema contro i movimenti dovuti ai carichi mobili e alle azioni variabili.
Il tipo più diffuso di ponte sospeso è quello a tre campate in cui un'ampia luce centrale, con appoggi alla stessa quota e un rapporto freccia luce importante, dell’ordine di 1:10-1:5, è affiancata da due luci laterali nettamente inferiori, con rapporti frecce luci dell’ordine di 1:100. Alla parabola centrale sono affidate funzioni portanti verticali, mentre alle due parabole laterali funzioni principalmente stabilizzanti.
Questa disposizione è conseguente alla ricerca di equilibrio tra le componenti orizzontali delle reazioni in corrispondenza alle estremità superiori delle stilate e facilita il meccanismo di riequilibrio nel caso di carichi dissimmetrici tra le campate stesse.
Nei ponti sospesi la fune è ancorata al terreno in corrispondenza delle spalle del ponte (appoggi fissi) mentre gli appoggi intermedi della parabola centrale sono mobili. La tipologia più comune a tre parabole presenta quindi 2 appoggi fissi e 2 scorrevoli.
Nei primi ponti sospesi si otteneva la mobilità degli appoggi intermedi permettendo alla fune di scorrere in sommità di possenti piloni incastrati al piede soggetti a forze orizzontali dovute all’attrito sviluppatosi durante lo scorrimento della fune.
Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, la mobilità degli appoggi intermedi venne realizzata incernierando le stilate alla base e rendendo solidale la fune alla sommità delle stilate per mezzo di selle con morsetti.