Le funi sono come i popoli ...


Nelle tre passerelle le funi portanti sono di tipo spiroidali non zincate. A Roncajette sono presenti due funi per lato (in tutto quindi 4 funi), mentre sia nella passerella Goito che nella Benetti vi è una sola fune per lato, probabilmente perché era stato possibile approvvigionarsi dei corretti diametri.
Gli ancoraggi a terra devono lasciare alla fune la libertà di disporsi lungo la direzione del tiro e perciò il collegamento è sempre provvisto di cerniere. “Le funi sono come i popoli, se non dai loro la libertà, se la prendono da sole e in questo caso ci si fa male”, con queste parole l’ingegnere Aldo Romaro spiegava il concetto al figlio Giorgio che fin da bambino lo accompagnava nei cantieri.
I collegamenti di estremità delle funi spiroidali vengono quindi realizzati solitamente con teste fuse (manicotti tronco-conici) provviste di occhiello per il collegamento a cerniera a bretelle regolabili, a loro volta collegate a piatti con zanche o teste a martello annegati nel getto delle fondazioni.
Nella prima passerella il collegamento delle funi alla cerniera dell’ancoraggio al terreno è risolto in modo diverso rispetto alle altre due.

Nella passerella Roncajette del ‘48 le funi terminano con un collegamento a morsetti (ovvero un cavallotto con estremità filettate fissato con due dadi) direttamente sul piatto ancorato alla spalla del ponte. Ogni fune ha la possibilità di regolazione su una spalla o sull’altra per mezzo di un vitone filettato e due dadi terminali a filettatura destra uno e sinistra l’altro, così da permettere la regolazione della lunghezza della fune girando la vite.

Nelle altre due passerelle, le estremità delle funi sono invece provviste di più moderne teste fuse, ed il sistema di regolazione con vitoni analogo a quello descritto per la passerella Roncajette, è però nascosto da un carter in lamiera.